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Mare, Paesaggi, Cultura, Arte, Riserve Naturali e Buona Cucina... Patti esattamente di fronte le Isole Eolie e circondata dalle bellezze del Parco dei Nebrodi
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Antichi nomi della città
Dankle o Zankle (Ζάγκλης), termine siculo che designa la "falce" che caratterizza la singolare forma del porto naturale;
Messene (Μεσσήνη), nome che fu dato alla città in età greca da Anassila, tiranno di Reggio, quando vi insediò dei profughi provenienti dalla Messenia agli inizi del V secolo a.C.;
Messana, in età romana;
Infine Messina, dall'età bizantina ad oggi.
Territorio
Situata nell'angolo nord est della Sicilia, sulla sponda occidentale dello Stretto di Messina (Mar Ionio) ha una superficie comunale di 211,23km². A 95.9 km da Cataniae 223 km da Palermo, stretta tra le coste ionica e tirrenica ed i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale (militare e commerciale), chiuso dalla penisolettaa forma di falce di San Raineri, di fronte a Villa San Giovanni e poco più a Nord rispetto a Reggio Calabria. Capo Peloro, nella zona nord della città, è invece dirimpettaio a Scilla. In queste acque è localizzato il mito di Scilla e Cariddi[13], i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell'inferno che girano in tondo e si urtano in eterno ("qui la gente riddi").
« Come fa l'onda là sovra Cariddi, che si frange con quella in cui s'intoppa, così convien che qui la gente riddi. »
(Dante Alighieri, Divina commedia, VII canto dell'Inferno)
Dal livello del mare, all'interno dello stesso Comune, è possibile salire sino a 1128 metri s.l.m., tramite i colli che sovrastano la città, al monte Dinnammare (dal latino "bimaris", due mari). Da qui la vista spazia sui due mari della città, lonio (sullo Stretto di Messina) e il Tirreno. A est, è possibile vedere l'intera città di Messina sottostante, mentre al di là del mare la Calabria dal suo punto più meridionale sino alla provincia di Vibo Valentia. A sud, l'imponente vista dell'Etna. A nord ovest, le isole Eolie e la costa tirrenica con Capo Milazzo, Capo Tindari e Capo Calavà di Gioiosa Marea.
La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello Stretto senza soluzione di continuità da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 32 km nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di 24[ km, si estende da Capo Peloro a Ponte Gallo. L'area urbana centrale, che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo — oggi coperti dal piano stradale, — è lunga circa 12 km, con scarsa propensione verso ovest dovuta ai contrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbano geometrico in detta direzione. L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentale della città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramica circonvallazione a monte. Sono presenti numerose "intrusioni urbane" verso l'interno collinare in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino (i cosiddetti "Villaggi", che sono 48).
Messina è al centro di una zona agricola, con la produzione di agrumi (tra cui il limone, l'arancio, il mandarino e il mandarancio o clementina), frutta, ortaggi, del vino D.O.C. Faroe della Birra (DOC 15 e Birra dello Stretto) dal 2016. La città è sede universitaria dal 1548, dell'Arcidiocesi Protometropolitana di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela e dell'Archimandritato del Santissimo Salvatore e di un'antica Fiera Internazionale di Messina svoltasi fino al 2013[21]. Il porto era sede di un antico Arsenale militare ed è tuttora sede cantieri navali Rodriquez (ora Intermarine) e Palumbo.
Cucina
Le specialità della cucina messinese sono i piatti a base di pesce e frutti di mare: pesce spada, pesce stocco, cozze, costardelle, neonata e tonno. A base di carne, le braciole (taglio unico e diverso dal resto d'Italia) e il falsomagro. Dolci tipici messinesi sono: la pignolata glassata, il bianco e nero, i cannoli di ricotta con la variante al cioccolato, la cassata siciliana. Tipici anche la focaccia messinese (scarola riccia, acciughe dissalate pepe nero e formaggio tuma), il pane alla disgraziata[165][166] i rustici (arancini, i pidoni, mozzarelle in carrozza e sfoglie) e la granita, dai gusti vari (fragola, limone, mandorla, gelsi, cioccolato, pistacchio e, molto apprezzata, la granita al caffè con panna) accompagnata dalla famosa brioche, molto diversa dalle brioches settentrionali sia nella forma che nel sapore. I piatti della tradizione legati alle varie ricorrenze liturgiche sono: i pidoni (una specie di calzoni ripieni di scarola bianca riccia, acciughe sotto sale e scamorza venivano preparati il giorno dell'annunciazione il 25 marzo, ma anche in molte altre occasioni per esempio il giorno di san Giuseppe, il lunedì di Pasqua, il giorno dell'immacolata, la vigilia di natale, il giorno di santo Stefano). U ciusceddu (piatto a base di carne bovina tritata, ossi di vitello, ricotta fresca, uova, pangrattato formaggio maiorchino, pomodori, cipolla sedano e prezzemolo), era d'uso prepararlo il giorno di Pasqua e la pasta 'ncaciata(gli ingredienti per la preparazione sono: carne bovina, un pollo novello, fegatini, carne magra bovina tritata, uova, salame sant'Angelo di Brolo, scamorza, formaggio pecorino stagionato, pangrattato, melanzane, salsa di pomodoro, cipolla, pasta del tipo corta liscia, prezzemolo, basilico, strutto, sale e pepe nero macinato). Questo piatto tipico era consuetudine preparalo il 15 agosto festa dell'Assunta una festa molto sentita nella città di Messina dove viene portata in processione la Vara, una maestosa macchina votiva di forma piramidale, alta circa 14 metri e dal peso di circa 8 tonnellate.